Dal 1° ottobre, 800mila imprese dovranno adeguarsi al nuovo obbligo della "patente a crediti" per poter operare in cantieri temporanei o mobili. Questo requisito è stato introdotto dal Dl Pnrr 19/2024 (articolo 29, comma 19) con l'obiettivo di contrastare il lavoro irregolare e migliorare la sicurezza nei settori delle costruzioni e dell'ingegneria civile.
Il decreto attuativo relativo a questo strumento è in fase di verifica finale presso gli organi di controllo, e la sua pubblicazione è attesa a breve.
Le imprese interessate dal nuovo obbligo sono quelle iscritte al Registro delle Camere di commercio e operanti nel settore delle Costruzioni, un settore che include non solo la costruzione di edifici, ma anche l'installazione di impianti elettrici e idraulici, lavori di isolamento, opere di ingegneria civile e di pubblica utilità.
La "patente a crediti" è un sistema di qualificazione per le imprese e i lavoratori autonomi del settore costruzioni, applicabile a chi opera in cantieri temporanei o mobili, come definiti dall'articolo 89, comma 1, lettera a) del Dlgs 81/2008. Questi cantieri comprendono non solo i lavori edili privati, ma anche opere stradali, ferroviarie, idrauliche, marittime e idroelettriche. Sono esenti dall'obbligo i professionisti che forniscono solo prestazioni intellettuali.
Dal 1° ottobre, tutte le imprese, siano esse società o ditte individuali, dovranno ottenere la patente a crediti, rilasciata dall'Inl in formato digitale, dopo la verifica del possesso dei requisiti richiesti. La patente iniziale avrà una dotazione di 30 crediti, che potranno essere incrementati fino a 70 in base all'anzianità dell'impresa, alla mancanza di violazioni in materia di sicurezza, e agli investimenti o attività di formazione intrapresi per migliorare la sicurezza.
Sono esentate dall'obbligo della patente a crediti le imprese già in possesso dell'attestazione di qualificazione Soa con una classifica pari o superiore alla III, necessaria per partecipare a lavori pubblici di importo pari o superiore a 150mila euro e, dal luglio 2023, anche per lavori legati al superbonus di valore superiore a 516mila euro. Circa 24mila imprese rientrano in questa esenzione, avendo già superato le verifiche economiche e tecniche richieste dagli enti certificatori Soa.
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