Con un investimento di 28 miliardi di euro, sarebbe possibile elevare il livello di digitalizzazione di tutte le medie imprese italiane al 5% considerato innovativo.

Questo risultato, emerso da uno studio (*) condotto dall'Area Studi di Mediobanca, suggerisce che tale sforzo potrebbe generare un aumento aggiuntivo del PIL dell'ordine dello 0,7% in cinque anni, considerando solo gli effetti diretti.

Il metodo di valutazione utilizzato nel documento si basa su un sistema di rating proprietario che misura la maturità digitale delle imprese attraverso cinque fattori chiave: infrastruttura digitale, utilizzo dei canali digitali, analisi dei dati, competenze digitali e l'adozione di tecnologie all'avanguardia, come l'intelligenza artificiale. L'indagine ha coinvolto circa 600 imprese, rappresentando il 6% del totale nazionale, con il 56% classificato come "sperimentatore", il 39% come "principiante" e solo il 5% come "innovatore".

L'analisi decennale dei bilanci (a partire dal 2012) rivela che le imprese classificate come "innovatrici" hanno ottenuto ritorni notevolmente superiori rispetto alle altre, registrando una crescita dei ricavi mediamente superiore del 10%. Inoltre, il margine Ebitda ha mostrato un miglioramento di oltre 4 punti percentuali rispetto al livello iniziale, in confronto all'incremento di 2-3 punti della generalità del campione. Queste imprese hanno anche evidenziato una crescita più rapida dell'export e una velocità di espansione dell'occupazione doppia rispetto alle aziende meno digitalizzate, riuscendo anche a raddoppiare i versamenti fiscali.

Nonostante l'80% delle imprese considerate sia in grado di autofinanziare la propria digitalizzazione, lo studio ha individuato tre principali ostacoli che ne rallentano il processo: la scarsità di risorse umane preparate alla digitalizzazione, processi aziendali poco integrati e costi elevati di investimento.

Di fronte a queste sfide, lo studio suggerisce interventi immediati, tra cui la formazione della forza lavoro attuale e l'introduzione dell'educazione digitale nelle scuole sin dai primi anni. Inoltre, propone una riformulazione degli incentivi fiscali legati agli investimenti tecnologici, stabilendo periodi di validità più lunghi (3-5 anni) per consentire alle aziende una pianificazione pluriennale. Questo potrebbe includere crediti d'imposta sufficienti a coprire almeno i costi di finanziamento e una parte dei costi di implementazione e aggiornamento del software e macchinari non ancora obsoleti.

In conclusione, gli sforzi per stimolare l'innovazione digitale nelle imprese italiane sarebbero un investimento vantaggioso per l'intero sistema economico.

 

Il Team di ConsultinGO è a disposizione per preparare le Vostre aziende all'innovazione digitale.

 

*studio condotto da Mediobanca research in collaborazione con Google